Il lago alpino è stato da sempre fonte d’ispirazione per poeti e artisti affascinati dalla sua calma e dai suoi colori. Numerose sono le leggende legate a questo luogo, tra cui, la più famosa è quella che narra di una bellissima ninfa di nome Ondina. La ninfa viveva nelle profondità del Lago di Carezza e la sua voce soave ammaliava i viandanti che salivano al Passo di Costalunga, fino a quando finì per far innamorare anche lo stregone che viveva sul monte Latemar. Lo stregone, innamorato della ninfa, provò di tutto per avvicinare Ondina e conquistarla, ma invano. Il mago, quindi, chiese consiglio alla strega del monte vicino, il Catinaccio. Questa elaborò un piano ingegnoso che lo avrebbe aiutato a raggiungere il suo scopo. Infatti, la strega consigliò al mago di prendere le sembianze di un venditore di gioielli e pietre preziose e costruire con queste un arcobaleno dal Catinaccio al Latemar, il più bello che si fosse mai visto sulla terra.
Ondina, che mai aveva assistito a questo particolare spettacolo, si sarebbe avvicinata alla riva per ammirarlo più da vicino. Il mago allora creò un arcobaleno mozzafiato e la ninfa sorpresa emerse dall’acqua e si avvicinò alla riva. Quindi lo stregone corse al lago in tutta fretta. Tuttavia, dimenticò il travestimento e Ondina lo riconobbe subito, quindi sparì di fretta nel lago. Da quel momento nessuno la vide più, né sentì un’altra volta la sua dolcissima voce. Il mago, pazzo d’amore, lanciò i gioielli nel lago e fece a pezzi il meraviglioso arcobaleno. Poi fuggì sul monte Latemar e anche di lui non si ebbero più notizie.
I colori delle pietre preziose e dell’arcobaleno vennero assorbiti dalle acque del lago, conferendogli tutti i colori dell’iride di cui oggi ancora risplende: dall’azzurro al verde, dal rosso all’indaco e all’oro.